Il lungo viaggio delle farfalle Monarca
Veleggiando insieme alle farfalle Monarca dal Canada al Messico.
Dal nostro ultimo porto negli Stati Uniti, arriviamo in Messico dove mi sembra di sentire nuovamente il profumo del Brasile con quella confusione sorridente fatta di calore, palme e frutta tropicale.
Ancoriamo nella bella e misteriosa Isla Mujeres, “Isola delle Donne”, situata di fronte alla più famosa Cancún, nel Mar dei Caraibi. L’isola deve il suo nome alla sua importanza religiosa nell’epoca Maya quando ospitava un tempio dedicato a Ixchel, dea della fertilità, della medicina e della luna. All’arrivo degli spagnoli nel 1500, furono trovate numerose statue femminili riferenti alla dea e decisero così di chiamarla "Isla Mujeres".
È da qui che io e Formiga partiamo per realizzare un sogno nato solo pochi mesi prima: conoscere la riserva della biosfera delle farfalle Monarca nell’entroterra del Messico.
Tutto è cominciato in una libreria a Miami, quando “Bicycling with Butterflies” di Sara Dykman ha catturato la mia attenzione. Il libro racconta la straordinaria avventura dell’autrice, la prima persona al mondo a seguire la migrazione completa delle farfalle Monarca in bicicletta, pedalando per oltre 16.000 km dal Messico al Canada. Sono rimasta a bocca aperta nello scoprire i dettagli del viaggio delle Monarche, dalla loro innata capacità di orientarsi usando un “GPS interno” basato sul sole e sul campo magnetico della Terra, alla scoperta che la migrazione dura ben quattro generazioni di farfalle!
Cerco di immaginare come dev’essere continuare un viaggio iniziato dalla propria bisnonna, un viaggio che ti riporterà esattamente nel luogo da cui lei era partita, ma che a te è completamente sconosciuto. Tutto questo senza mappe o indicazioni, attraversando il Messico, gli Stati Uniti e il Canada, passando per grandi città come Chicago, Minneapolis, New York, Boston, Toronto e Montreal!
Sfogliando le pagine, mi aveva incuriosito una mappa che mostrava il percorso e le epoche della migrazione delle farfalle. Con mia sorpresa, mi ero accorta che anche noi, seppur inconsapevolmente, stavamo seguendo il loro itinerario a bordo del veliero Kat e la consapevolezza di questa scoperta aveva presto trovato casa nei miei pensieri e nel cassetto dei miei desideri.
Continuando a leggere mi rendo conto che il nostro viaggio e la migrazione delle farfalle Monarca hanno più cose in comune del semplice tragitto.
I due anni di spedizione sono stati un costante contrasto di emozioni: da un lato, dopo intense giornate di riprese in mezzo all'immondizia e all'inquinamento, tornavamo in barca con gli occhi gonfi di tristezza e il cuore pesante; dall’altro, avevamo la certezza di trovare ispirazione e speranza in ogni porto. Se è vero che in questi anni non abbiamo mai trovato una spiaggia che non fosse contaminata dalla plastica, è anche vero che non abbiamo mai incontrato un luogo privo di persone determinate a fare la differenza, a proteggere la natura con abilità, fantasia e una volontà instancabile di rimediare ai danni causati.
Una dualità simile è racchiusa nella storia delle farfalle Monarca, che negli ultimi 40 anni hanno subito un declino del 90%. A causa dei cambiamenti climatici, della deforestazione e dell’inquinamento, queste farfalle sono diventate uno dei più chiari indicatori del deterioramento del nostro ecosistema. Allo stesso tempo, però, si è anche registrato un aumento esponenziale di progetti, programmi e volontari in tutto il mondo, impegnati a proteggerle e a promuovere la loro conservazione.
Durante il nostro tragitto, da Miami al Maine, abbiamo avuto la possibilità di notare, soprattutto a Boston e New York, varie iniziative di sensibilizzazione dedicate a garantire la continuazione di questo incredibile viaggio permettendoci così di avvistare tantissime Monarca.
Questi incontri frequenti mi hanno lasciato il tempo di innamorarmi dell’idea di visitare la riserva di cui si parla nel libro e poter rincontrare quella quarta generazione di farfalle che ha percorso la costa degli Stati Uniti fino al Messico insieme a noi.
È stata una pazzia: 6 mesi per far nascere questo desiderio e 4 giorni per pianificarlo e realizzarlo!
L’avventura inizia alle 6 del mattino, con 28 gradi, sull'Isola delle Donne. Dal veliero prendiamo il gommone fino all’isola, da lì saliamo sul traghetto che ci porta a Cancún, poi un’ora di taxi fino all’aeroporto, due ore di volo fino a Città del Messico, e infine quattro ore di macchina fino all’hotel vicino al parco della biosfera, dove arriviamo alle 7 di sera, a 3.000 metri di altezza e 0 gradi!
Entriamo nel piccolo hotel stanchissime e congelate. Con 150 pesos ci regaliamo il conforto e la compagnia della legna scoppiettante che, con il suo calore, irradia rapidamente la stanza. Ci addormentiamo dopo una doccia bollente sotto varie coperte di lana, così tante che girarsi diventa impensabile. La mattina ci svegliamo presto con il fumo che esce dalla bocca, le foglie gelate per terra, il gallo che canta e le galline affamate nel giardino. Il nuovo giorno inizia a mostrarsi e il sole a fare capolino. Facciamo colazione in piatti e tazze di ceramica con tortillas calde, pane dolce e caffè. Arriviamo all’entrata del parco a 3.200 metri di altezza, l’aria di montagna ci fa sentire vive ed emozionate all’idea di ciò che vedremo, grate di essere qui realizzando sogni.
Camminiamo lentamente nella salita fino all’ingresso del parco, una piccola strada pedonale piena di negozi ancora chiusi dove iniziamo a vedere apparire le prime Monarca, fino ad arrivare all’effettivo inizio del bosco dove le farfalle cominciano a farsi più frequenti. Sembriamo due bambine, gridiamo a ogni avvistamento con la paura di perdere anche solo un secondo di tanta bellezza. Io e Formiga ci separiamo, lei continua a cavallo e io a piedi, ci ritroveremo più avanti per l’ultimo pezzo di salita. Cammino in compagnia di Mary, la mia guida, in un sentiero di abeti di Oyamel che sale da 3.200 a 3.600 m. Il respiro si fa ansimante dall’altezza e dall’emozione di vedere tante farfalle in volta che scendono la montagna approfittando del sole e del suo calore per bere e mangiare prima di un’altra notte di freddo e gelo. Ho bisogno di fermarmi nel tentativo di filmare una bellezza e un’emozione che solo il cuore può registrare e nel frattempo mi capita uno di quei momenti di lucidità in cui ogni dubbio sembra risolversi e penso: vai sempre incontro ai tuoi sogni Erika, ne vale sempre la pena; la vita ha senso; la natura è la ragione ultima di tutto e ammirarla e apprezzarla è la vera ragione per cui siamo venuti in questo mondo. Annoto mentalmente e riprendo a camminare.
A circa 5 minuti dal culmine rincontro Formiga e facciamo gli ultimi metri insieme. Inizia il puro delirio di farfalle. Quello che pochi istanti prima ci sembrava un sogno si moltiplica, improvvisamente iniziamo a camminare insieme a milioni e milioni di farfalle che si alzano in volo a salutare il sole e a colorare il cielo di arancione. Ci lasciamo emozionare dalle farfalle che ci circondano e da quelle che atterrano su di noi cercando di registrare tutto nella camera e nel cuore.
Ci sdraiamo per terra per ammirarle volare. È incredibile vedere tanto movimento e non sentire nessun rumore, mi ricorda forse un alveare solo che in completo silenzio.
Iniziamo il nostro cammino di ritorno in un paesaggio completamente diverso, sono le ore più calde della giornata e la montagna si è trasformata in una cascata, un fiume in piena con le farfalle che senza sforzo apparente scendono insieme alla corrente del vento lasciandosi trasportare come albatros nel mare. Noi non crediamo ai nostri occhi e ci pizzichiamo per essere sicure che non sia solo un sogno.
Al pomeriggio è già arrivato il momento di iniziare il nostro viaggio di ritorno che ci riporterà alla città del Messico per poi prendere nuovamente un volo per Cancun. Arriviamo esauste alle 11 di sera a Cancun dove Wilhelm ci aspetta con un sorriso e un abbraccio. Dormiamo il sonno dei giusti, ma ci svegliamo comunque presto dall’emozione. La mattina facciamo una proiezione nella sala della barca con le immagini che abbiamo registrato in questi due giorni che, come in una veleggiata, sembrano essere stati due settimane e due secondi allo stesso tempo. Siamo avvolte da una felicita incontenibile per essere riuscite a realizzare un sogno, per aver avuto la possibilità di assistere a questo incredibile fenomeno e per essere anche noi parte di un progetto che ha come obiettivo aiutare a proteggere la natura e le sue infinite meraviglie.
Erika Cembe Ternex
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Per conoscere dove si trova la riserva della biosfera delle farfalle Monarca:
Riserva della biosfera delle farfalle Monarca
Per saperne di più sulla migrazione delle farfalle Monarca:
Per leggere il libro “Bicycling with Butterflies” di Sara Dykman:
Per saperne di più sulla nostra spedizione “Voice of the Oceans” visita:
https://voiceoftheoceans.com/en/home-en/ ehttps://www.instagram.com/voiceoftheoceansorg/
Lua, quanto grandi erano le farfalle? Una volta raggiunta l’isola delle donne quando tempo restano in vita e qual’è la loro ultima missione?
Wow……..resto senza parole!
Madre Natura!!!! Cosa sa inventare!
Al di là di ogni immaginazione…suscita davvero un senso di sacralità….e noi piccoli uomini,spesso dimentichiamo di far parte di questa meraviglia!